_01.jpeg)
Mercoledì 5 luglio giornata di rincontri, con Lucia Vastano torniamo a Sant’Agata sul Santerno, ma questa volta per rivedere persone che avevamo incontrato l’ultima volta il 24 maggio, per vedere e capire come si sta evolvendo la situazione dal punto di vista di chi gestisce le attività commerciali necessarie per una cittadina.
La prima tappa è il Bar Centrale e incontriamo Ivano, in realtà non è un rincontro perché la prima volta incontrammo il fratello, ci rendiamo conto che è lui quello che si è trovato chiuso in negozio mentre arrivava l’acqua. Ci racconta quel giorno, gli occhi non guardano noi ma stanno rivedendo quelle immagini, nel bar c’è anche un amico Claudio Carta e insieme a lui guardiamo il video che Ivano ha girato una volta che è riuscito a mettersi in salvo sulle scale interne del bar, usando un bancone galleggiante come zattera, la corrente era forte e non riusciva a muoversi bene, uscirà da lì in elicottero come anche il resto delle persone imprigionate, l’acqua era talmente alta che aveva seppellito le auto.
.jpeg)
.jpeg)
.jpeg)
Ora il bar ha riaperto, il primo luglio, Ivano ci racconta che ha dovuto fare tutto senza aiuti, risparmiando perché i banconi nuovi costano, ha riciclato qualcosa nella speranza che il legno non ceda. Confrontando la situazione al 24 maggio è stato fatto tantissimo, manca ancora la vetrina, ma il bar sembra tornato alla normalità anche se l’amarezza di Ivano di essere rimasto solo con la famiglia ad occuparsi della sua attività resta, a parte i volontari che hanno dato una mano è mancato e manca quella cosa chiamata Stato. Una maglietta rimane appesa tra i liquori del bar, sopra è disegnato l’orologio di Sant’Agata c’è una data 17 maggio 2023 e una scritta IO NON DIMENTICO. Gli faccio una foto sulle scale.
C’è chi riparte e chi ci prova affianco al bar c’è il Forno Mercato della famiglia Comito, come la prima volta ritroviamo Vincenzo Comito con il cognato Orazio Panzica. Quella sera Vincenzo e Orazio erano al lavoro nel laboratorio l’acqua arriva e li imprigiona dentro, per salvarsi salgono sopra i macchinari e solo nel pomeriggio, dopo 16 ore di attesa, riescono ad uscire prelevati dall’elicottero dei vigili del fuoco. Gli faccio un ritratto e nel mentre Orazio indica il livello dell’acqua sul muro, faccio click. Il negozio è ancora distrutto, anche se lo stanno ripulendo, il mega forno è ancora lì forse riescono a manutenerlo senza smontarlo prima per portarlo fuori. Lavorano da giorni per ripulire, l’incertezza però è il vero problema gli aiuti fino ad ora arrivano solo da associazioni o dal loro paese di origine Valledolmo provincia di Palermo.
.jpeg)
.jpeg)
.jpeg)
Sono una famiglia che è venuta in Romagna per crearsi un futuro, la loro attività è storia io li ho conosciuti a Massa Lombarda, poi per ragioni di rinnovo dei locali si sono trasferiti a Sant’Agata ed avevano inaugurato il nuovo locale a gennaio 2023. Anche loro ci tengono a ringraziare i volontari, ma ora il problema è il rallentamento che ha subito la gestione del dopo alluvione, non c’è nessuna certezza e trovano l’argine della burocrazia a fermare ogni iniziativa. Vincenzo aveva chiesto all’amministrazione comunale se poteva prendere in affitto un locale, ex macelleria, di fronte al suo negozio di proprietà del Comune per aprire lì in nuovo negozio e lasciare il laboratorio nella sede attuale, in questo modo di poteva offrire ai cittadini un nuovo servizio di salumeria che manca al paese, ma niente bisogna fare una serie di cose che in sostanza li rimbalza.
La loro è un’attività complessa con macchinari costosi, mentre ci parlano però notiamo che la voglia di combattere ce l’hanno e questo è tanto dopo quello che è successo, la loro analisi sui fatti è molto chiara, non sono artigiani che chiedono solo soldi, ma vogliono, anche da cittadini appartenenti alla comunità, capire cosa si sta facendo perché non accada più e le responsabilità di chi non ha fatto prima il necessario. Perché la paura quando si annuvola il cielo c’è sempre.